Il 13 marzo scorso, gli alunni di alcune classi dell’Istituto Superiore “Secusio” hanno incontrato Salvatore Gambino, o meglio, “Papà Gambino”, una persona speciale e, al tempo stesso, “uno di loro”: Salvatore è nato a Catania, si è diplomato, si è cimentato in diversi lavori, si è sposato, è diventato papà, e si è dovuto confrontare più volte col dolore, quello della morte di un figlio, della scomparsa del padre, della separazione dalla moglie, della perdita di ogni avere,… Ma Salvatore è soprattutto un uomo che ha cominciato a guardare oltre il suo mondo e il suo dolore, mediante un primo viaggio in Africa; in qualità di ambasciatore ludico-sportivo, ha sperimentato questa terra sconosciuta e la sua esperienza è divenuta, ben presto, una vera e propria missione che gli ha cambiato la vita.
Così il signor Gambino è diventato “Papà Gambino”, un punto di riferimento, una presenza attesa e desiderata per migliaia di “figli”, ai quali dal 2008 regala sorrisi, gioia, affetto, ma anche strutture, medicinali e tanto altro.
Nell’Aula Magna della loro scuola, gli studenti si sono confrontati con Salvatore e con lui si sono commossi, vedendo i video dei suoi viaggi, uno dei quali fatto con il giovane figlio Samuele; i ragazzi hanno anche avuto modo di riflettere sul senso del dolore, sull’importanza di poter scegliere, su quanto troppo spesso ci si concentri su se stessi piuttosto che sull’ascolto dell’altro e soprattutto sul fatto che i “fortunati” non debbano sentirsi in colpa per la vita che vivono, per le cose che hanno o le comodità che possiedono: il nocciolo della questione… sta nel perfetto opposto, cioè incazzarsi e ritenere ingiusto se queste cose non le si hanno (Tindaro Alessandro Guadagnini, Presidente dell’Associazione Tempio della Nona Arte, in “LA NOSTRA AFRICA ALDILÀ DI QUA” di Vladimir Di Prima e a cura di Salvatore Gambino).
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